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“Sono fuoco, sono sangue, sono terra, sono vita. Sono la madre.” 2022

Il fuoco rappresenta il sole sulla terra, è luce e calore, è il luogo di scambio tra le potenze sotterranee e celesti, come la colonna di fumo che s’innalzava al cielo dagli altari delle nostre antenate e antenati o il fumo delle candele della attuale devozione. Il fuoco è principio creatore dell’universo, è l’elemento che scalda e illumina, ma che è in grado anche di portare morte e distruzione. Nella concezione arcaica è simbolo dell’energia divina che mediante una scintilla ha il potere di suscitare la vita nel mondo. Per questa ragione è associato alla donna: creatrice, madre, forza rigeneratrice, custode della vita e della morte. Al fuoco è legata la storia stessa dell’umanità. La capacità di accendere un fuoco per riscaldarsi, proteggersi, cibarsi, evolversi nella tecnica rappresentò la differenza fra vita e morte. Il fuoco era la rappresentazione terrena del sole, il grande fuoco celeste che permetteva la vita sulla terra, la illuminava, la rendeva fertile. Era una potente forza magica e spirituale. Per tutto ciò, a questo elemento venne assegnato dai nostri progenitori un ruolo di primissimo piano, fino a sacralizzarlo. Fin dalle origini il fuoco è stato assimilato alla vita e il calore che il corpo perde con la morte è posto in stretta relazione con l’esistenza di un fuoco interiore: per simboleggiare la morte nella cultura europea, infatti, spesso si fa riferimento a una fiamma che si spegne. Nel contesto del fuoco, invece, la morte non è morte. È una rigenerazione cosmica, un ritorno alla vita. Il rituale dell’incinerazione in occidente, fin dal Paleolitico, si collega strettamente a questa essenza spirituale ignea, insita nel corpo umano ed espressione della sua immortalità. E al fuoco sono associati anche alcuni animali e creature fantastiche, che rimandano simbolicamente all’iniziazione e alla trasformazione in alcuni casi, alla Dea: il cigno, il drago, il serpente e infine la Fenice.

La mia pittura comincia con la preparazione del supporto, mi piace corposo, materico, spesso e allo stesso tempo fragile. Il lavoro è lento, frutto di fasi successive, stratificazioni che devono essere lasciate asciugare e sedimentate interiormente. Ogni passaggio nasce dalla ricerca di un equilibrio compositivo personale. Mi ascolto e cerco un appagamento cromatico e allo stesso tempo di forme, spessori e pesi compositivi. La mia pittura si può definire informale e la mia ricerca specifica è su colore e materia, sui molteplici e diversi risultati che si ottengono a seconda del supporto e del materiale usato, sugli effetti emotivi e le percezioni visive.

E’ nata e cresciuta a Padova, dove tutt’ora risiede e lavora. Da sempre appassionata di disegno e pittura, ha frequentando la scuola del maestro Umberto Menin dove ha appreso oltre alle competenze tecniche, il senso della ricerca con la consapevolezza che l’arte deve essere espressione di sé. Il suo percorso è iniziato dal figurativo, che ha parzialmente abbandonato circa dieci anni fa, passando all’astratto e poi all’informale. Attraverso questo percorso di conoscenza, ha approfondito varie tecniche e progetti partecipando a laboratori di molti artisti. Dal 2009, socia fondatrice dell’Associazione Artemisia, si occupa della creazione di eventi, manifestazioni culturali e organizzazione di corsi collaborando con istituzioni, scuole e privati. Nel 2015 in collaborazione con altre associazioni, ha fondato il Centro Culturale F.A.C., laboratorio di ricerca artistica sull’arte contemporanea. A settembre 2020 ha aperto il nuovo studio – galleria Chiara Coltro Arte. A gennaio 2021, con altre 5 artiste multidisciplinari, ha fondato l’Associazione culturale Reitia – Art. Nutre profondi interessi relativi alla natura, all’ambito olistico e spirituale, con inevitabili ed evidenti ripercussioni sulla propria ricerca artistica.

Per ulteriori informazioni si può visitare il sito:

www.chiaracoltro.com