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“Spore” 2022

Maria Ditaranto nasce a Putignano, in provincia di Bari nel 1969. Vive nella cittadina la sua giovinezza e consegue il diploma di tecnico pubblicitario nel 1987.  Nel 1989 si trasferisce a Potenza, dove inizia la sua attività professionale e artistica. Durante il suo percorso artistico Maria Ditaranto ha sperimentato varie tecniche, interessandosi al genere dei ritratti e delle nature morte. In questo periodo comincia a partecipare a mostre collettive in giro per l’Italia.

Nel 2001 per il Grande Giubileo è chiamata a realizzare le tele della Volta di San Valentino nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Abriola, in provincia di Potenza. Le venti tele, da lei realizzate, raffigurano scene della Bibbia e del Vangelo i cui protagonisti hanno i volti degli abitanti del paese, del Vescovo e del suo Vicario. Sempre in quell’anno il Comune di Potenza le commissiona il dipinto che raffigura Le meditazioni di Francesco – una tela dipinta a olio – in cui emerge il rapporto dell’uomo con la natura. Opera che è stata donata dalla città di Potenza, alla città di Assisi. Da quel momento la sua pittura inizia a cambiare e dopo anni trascorsi in una lunga sperimentazione sulla rappresentazione della figura umana passa a nuove “pratiche ornate” che la portano a realizzare delle strutture compositive – molto più complesse rispetto alle precedenti “scene di genere” in cui l’artista incentra la sua nuova ricerca immaginifica e creativa, su scelte di tipo simbolico e semantico. 

Tra il 2002 e il 2004 realizza le copertine di alcune pubblicazioni, tra le quali “In viaggio con Amore “per il romanzo scritto da Aldo Giuffrè. Nel 2004 partecipa alla mostra “Pittori e Scultori della Provincia di Potenza” organizzata all’interno degli “Eventi di Primavera” promossi dalla Provincia di Potenza, nell’ambito delle iniziative del Polo della Cultura. Alla collettiva parteciparono ventisette artisti selezionati da una Commissione tecnica composta da: Stefano Fugazza, storico dell’arte; Laura Gavioli, critico d’arte e Franco Corrado, giornalista. Nel 2011 è stata tra gli artisti invitati dallo storico dell’arte, Vittorio Sgarbi a partecipare al “Padiglione Italia” della 54^ Biennale di Venezia (nella sezione dedicata alla Basilicata). Con questa iniziativa il curatore dell’evento, Vittorio Sgarbi volle tentare “nei capoluoghi di regione, con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura e di Direttori di musei, (…) l’inventario di pittori, scultori, fotografi, ceramisti, designer, video artisti, grafici” operanti sui territori regionali. Le loro opere furono esposte “nelle sedi più rappresentative e prestigiose del Paese”. Sempre nelle parole di Vittorio Sgarbi, con questa manifestazione, Padiglione Italia, fu consentita “l’esposizione di circa mille artisti, in corrispondenza con l’epopea dei Mille nel 150° dell’Unità d’Italia”. L’evento si è svolto a Potenza, nei locali della Galleria Civica. Nel 2013 partecipa a quella che nell’intenzione dei suoi promotori pubblici nacque come una “esposizione permanente degli artisti potentini e dell’area metropolitana”. La mostra s’intitolava “Artinomìe”, curata dal critico d’arte, Anna R.G. Rivelli e dall’artista, Giovanni Cafarelli: che con questa iniziativa (tenuta nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo, in Largo Pignatari, a Potenza) vollero realizzare, per conto del Comune di Potenza, a un “Museo virtuale degli artisti della città”. Lo stesso anno Maria Ditaranto vince un Concorso indetto dai Vigili del Fuoco di Potenza, con un dipinto in cui è ritratta Santa Barbara. Sui quotidiani e sulle riviste specializzate s’inizia a descrivere le nuove scelte estetiche adottate da Maria Ditaranto, come qualcosa che “partendo dagli occhi, dall’essenziale” raggiunge i “particolari, ugualmente irrinunciabili” (cit. Da La Nuova. Nel 2016 la sua attività artistica si fa sempre più intensa e partecipa a diverse mostre.  Attualmente vive e lavora a Potenza, i suoi dipinti sono presenti nella Galleria del Consiglio Regionale di Basilicata e in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. 

In questa mostra l’artista si presenta con un’opera che ha per titolo Spore. In botanica la spora rappresenta la cellula riproduttiva che, germinando, dà origine agamicamente a un nuovo individuo o ad una nuova pianta. La riproduzione asessuata (o agametica, o vegetativa, o agamica, o più semplicemente agamia) è il processo che consente la formazione di nuovi organismi da un singolo organismo, unicellulare o pluricellulare. In zoologia, il prodotto finale della divisione multipla (o sporulazione) nella riproduzione asessuale dei Protozoi, munito di un involucro resistente che consente la sopravvivenza e la diffusione del germe. Questo rappresentano i due corpi aggrovigliati ad una liana piena di foglie.