Fronte del Porto – Una sala in Comune è una sala di cinema pubblica, a Padova. 

Un luogo di cinema condiviso e plurale; e soprattutto una sala reale, in cui le persone possono uscire di casa ed incontrarsi attorno ad un film.

E’ rimasta chiusa a lungo, per la pandemia e per le sue conseguenze. Ma al fatto che restasse chiusa non ci volevamo rassegnare. Assieme ad altre otto associazioni, abbiamo immaginato nove serate di cinema, documentario e non, a partire da lunedì 22 fino al 31 maggio.

Questo il programma, vi aspettiamo.

  • con Porto in Rete, Zalab, Cineforum Antonianum, Secondo Tempo, Lottodognimese, Centro Pandora, Associazione “Alvise Cornaro”, Sangre Malo Film, Mileggi. Diritti ad alta voce.

“La scelta di Anne – l’événement” di Audrey Diwan

‘La scelta di Anne’, il diritto di decidere che ha salvato le donne dalla solitudine

Lunedì 30 maggio alle 21.00 Le associazioni Lottodognimese e Centro Pandora propongono il film “La scelta di Anne – l’événement” di Audrey Diwan premiato con il Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia

Una sola sera di sesso casuale e Anne dopo 4, 5 settimane, scrive sul suo diario “Ancora niente!” Niente sangue. Le settimane scorrono mute e feroci, sempre più si restringe il tempo, lei non si è posta neppure per un attimo il dubbio: quell’ingombro non lo vuole, quel nemico che cresce in lei deve scomparire perché non ha il diritto di toglierle il futuro già programmato. Leggere Sartre e Camus, studiare, laurearsi in lettere, svincolarsi dal suo destino proletario: i suoi genitori gestiscono un piccolo bar e sognano attraverso di lei il loro riscatto sociale, ma la sua ambizione va oltre la meta dell’insegnamento, sarà una scrittrice. In tutto il film Anne non pronuncerà mai la parola bambino, figlio, e nessuno la parola aborto. Ma siamo nei primi anni 60, l’aborto è un reato che punisce chi lo pratica e chi lo subisce, in Francia, in Italia, dove nessun giornale osa pubblicare la parola (e la prima scandalosa inchiesta la farà un settimanale femminile e comunista, Noi donne). Quante donne siano morte nei decenni, nei secoli, per pratiche primitive prima della legge Veil in Francia e della 194 in Italia, non si sa, certo una moltitudine, assassine involontarie, sole colpevoli di un delitto imposto o compiuto in due, l’altro, l’uomo, sempre innocente. 

Per Anne, ultimo anno di lettere all’università di Angouleme, i giorni diventano un vuoto di ansia, paura, affannosa ricerca di aiuto e di una soluzione, soprattutto di silenzio e isolamento dentro un mondo, il suo placido mondo nel campus universitario, che non deve sapere, che non vuole sapere; nessuno a cui chiedere aiuto, un conforto, una soluzione, un indirizzo. Anche le amiche l’abbandonano “arrangiati, non è un problema nostro”. 

L’événement, titolo neutro sia del film che del romanzo di Annie Arnaux da cui è stato tratto, ha vinto giustamente il Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia, per la finezza dello sguardo femminile con cui la regista francese Audrey Diwan ci ricorda il tempo infame e quasi dimenticato in cui le donne non avevano diritti sul loro corpo, e quindi la loro determinazione, il loro coraggio per difenderlo da ogni intrusione, anche a rischio della vita.

La scelta di Anne, in qualche modo responsabilizza la protagonista, e non limita il fatto a un “evento” , ma appunto a una scelta personale, quindi non condivisibile . (…) 

Quella conquista di libertà che ha ormai più di 40 anni non è per sempre, viene continuamente minacciata e bisognerebbe tenerla d’occhio; nelle parti del mondo dove l’interruzione è ancora reato e nei Paesi dove continuano i tentativi di tornare al passato. 

(Natalia Aspesi, Repubblica 01.11.2021)

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