Le autorità israeliane stanno mettendo in atto un sistema di discriminazione sistematica – APARTHEID – nei confronti di tutte e tutti i palestinesi sotto il loro controllo, che vivano in Israele, nei Territori palestinesi occupati o in altri stati come rifugiati.

Così scrive Francesca Albanese, Relatrice speciale del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu sulla situazione nei territori palestinesi occupati, confermando quanto altre organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch, B’Tselem e vari rapporti ONU, insieme a molte altre realtà associative che lavorano in Palestina, stanno denunciando da tempo.

COS’E’ L’APARTHEID?

L’apartheid, inteso come crimine contro l’umanità, viene attuato quando gravi e specifiche violazioni dei diritti umani si compiono con lo scopo di istituire e mantenere la dominazione di un gruppo razziale su un altro, tramite forme sistematiche di oppressione”                         (Convenzione sull’apartheid, ONU, 1973)

ESISTE IN ISRAELE E NEI TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI UN SISTEMA DI APARTHEID?

Fin dall’inizio lo Stato di Israele ha elaborato un sistema di leggi, politiche razziali e discriminatorie per i palestinesi [..]: espulsione dalle proprie terre e dalle proprie case, frammentazione territoriale, segregazione giuridica, limitazione drastica della libertà di movimento tramite leggi, muri e check point, limitazione sistematica dei diritti politici, economici e sociali, negazione della cittadinanza, demolizione di case e negazione di concessioni edilizie, uccisioni illegali, arresti e detenzione amministrativa senza accuse e processi, aggressioni violente e impunite da parte dei coloni, divieto di ricongiungimento familiare”.
                                                                                                             (dal Rapporto di Amnesty International)

E, mentre migliaia di cittadini israeliani continuano a protestare ogni sabato contro il piano di riforma del sistema giudiziario proposto dal governo, il leader Netanyahu ha scatenato in questi giorni una feroce offensiva contro Gaza uccidendo 20 persone e ferendone almeno altre 20.

E’ legittimo pensare che la ripresa in grande stile della lotta contro la resistenza dei palestinesi all’occupazione illegale dei territori a loro assegnati dalla risoluzione 181 dell’ONU, sia solo un tentativo di arginare il profondo dissenso interno che coinvolge il Governo che addita a tutti i cittadini israeliani un unico nemico da combattere insieme: Il popolo palestinese colpevole di volere una terra in cui vivere in pace e nella pienezza dei diritti fondamentali di ogni uomo e donna e, solo per questo, bollato come terrorista.

Senza la fine delle ingiustizie strutturali non ci potrà essere sicurezza per nessuno” (F. Albanese) 

SIT-IN a PADOVA Piazzetta Garzeria

17 maggio 2023 dalle 11.30 alle 12.30

Donne in Nero – Centro Pandora

Fai clic sul link qui sotto per visionare un articolo e il video del sit in del 17 maggio 2023 pubblicato su Padovaoggi:

https://www.padovaoggi.it/attualita/donne-nero-sfida-diritti-umani-palestina-17-maggio-2023.html


EVENTO COLLATERALE – INCONTRO

19 maggio 2023  alle ore 18.00

Sala Maccato presso CGIL, Via Longhin, 117 – Padova

Incontro e dialogo con ISSA AMRO palestinese Difensore diritti umani, fondatore di “Youth against Settlements”  Hebron

Issa Amro è un Difensore dei Diritti Umani palestinese nato nel 1980 nell’antica città di Hebron, Cisgiordania, nella casa dei suoi genitori. La casa è ora chiusa per ordine militare ed egli non può andarci. Suo nonno è stato ucciso dai militari israeliani nel 1953 e la casa di sua nonna è stata demolita nel 2003. Issa è riconosciuto come Difensore dei Diritti Umani dal Dipartimento di Stato USA, dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Iniziò il suo attivismo nel 2003 come giovane studente di ingegneria quando i militari israeliani chiusero l’Università Politecnica Palestinese e Issa guidò un gruppo di studenti col proposito, coronato da successo, di riaprirla attraverso metodi della nonviolenza ispirati da Gandhi, Nelson Mandela e Martin Luther King. Fondò e diresse il gruppo di azione diretta con base a Hebron “Youth Against Settlements” nel 2007 e fondò il circolo di Hebron del Movimento Internazionale di Solidarietà. Nel 2009 ottenne il premio “One World” per il suo impegno nel progetto di distribuzione di fotocamere di B’Tselem. Ora è a capo dell’associazione benefica americana “Friends of Hebron” impegnata a sostenere la locale comunità palestinese alla resistenza nonviolenta nella città, a difendere i diritti dei palestinesi negli USA e nel mondo. Amro nel 2017 è apparso nella campagna globale “Write for Rights” di Amnesty International al fine di supportarlo durante il suo processo del tribunale militare israeliano nel quale egli fu giudicato colpevole di sei capi d’accusa in relazione alle sue attività pacifiche nella comunità, inclusi tre capi d’accusa per aver partecipato a una marcia senza permesso.

 È stato arrestato e perseguito sia dai militari israeliani che dall’Autorità Palestinese. Membri del Senato e del Congresso statunitense, incluso Bernie Sanders, hanno scritto lettere per esprimere la loro preoccupazione riguardo al processo e al trattamento da lui subito. Nel 2021 Amro ha incontrato il Segretario Blinken. Nel corso dei suoi venti anni di attivismo comunitario, Amro ha affrontato innumerevoli aggressioni, percosse, minacce di morte e arresti arbitrari per mano di soldati e di coloni israeliani.

Di recente, l’attenzione nei confronti della sua persona si è intensificata con arresti arbitrari e violenze, dopo che Amro ha filmato un video sulle violenze dei soldati israeliani e, a febbraio, un soldato israeliano lo ha brutalmente aggredito e gettato a terra di fronte a un giornalista americano vincitore del premio Pulitzer. Nel marzo 2023 egli ha testimoniato presso la Commissione d’Inchiesta sui territori palestinesi occupati relativamente alla propria condizione e alla situazione del suo popolo.

CGIL Padova, Assopace, Donne in Nero, Centro Pandora

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